Lo stopper gentiluomo

Aristide Guarneri SCORRI PER LEGGERE STORIA N.19 / 110
Ho sempre pensato che si deve essere corretti, nel gioco. Io puntavo tutto sull'anticipo, e poi sapevo che se mi andava via l'uomo avrebbe trovato Picchi

E pensare che l’Inter lo compra dal Como nel 1958 per fargli fare il terzino: poi, dopo un derby finito male, l’allenatore Cappelli vuole cambiare l’uomo in marcatura e al capitano Giovanni Invernizzi viene l’intuizione di suggerirgli Guarneri in quella posizione. Dal centro della difesa, Guarneri non si sposterà più: insuperabile nel gioco aereo e inscalfibile nei contrasti, affronta senza paura i migliori giocatori del suo tempo. Nelle due finali di Coppa dei Campioni vinte neutralizza Puskás ed Eusebio, in Nazionale esordisce (con vittoria) contro il Brasile di Pelé. E con la maglia azzurra segna un unico gol, ma al miglior portiere del mondo, Lev Yashin. Perché Aristide ha la statura, fisica e morale, per affrontare i miti del calcio e per entrare, da protagonista, nella storia dell’Inter.

In quella retroguardia d’acciaio, completata da Tarcisio Burgnich e Giacinto Facchetti, ad Aristide non servono nemmeno le maniere forti per fermare gli attaccanti avversari. Tempismo e reattività negli interventi, uniti a nobiltà d’animo e correttezza in campo, gli valgono l’invidiabile traguardo di oltre trecento partite giocate in Serie A senza nemmeno un’espulsione e il meritato soprannome di “stopper gentiluomo”.

“Kalos kai agathos”, “bello e buono”, è la formula con cui vengono descritti gli eroi nei poemi dell’epica greca. Una formula che calza a pennello anche per Aristide Guarneri, che di greco ha soltanto il nome proprio, per merito di un padre scultore innamorato dell’arte classica. “Elegante baluardo della difesa dell’Inter mondiale”, lo descrive la stampa dell’epoca, mentre insieme ad Armando Picchi forma la coppia insuperabile che assicura ai nerazzurri trionfi in Italia e in Europa.

Aristide Guarneri

Aristide Guarneri (Cremona, 7 marzo 1938) arriva all’Inter dal Como nel 1958. Con la maglia nerazzurra gioca fino al 1967, vincendo tre campionati, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Dopo una parentesi a Napoli e Bologna, torna all’Inter per la stagione 1969-1970: in totale le sue presenze in nerazzurro sono 301, con 4 gol. Con la maglia della Nazionale somma 21 apparizioni e vince un Europeo nel 1968.