Per Materazzi quella doppietta scaccia un incubo durato cinque anni, quello del 5 maggio 2002, con l’Inter capolista che all’ultima giornata perde con la Lazio e dice addio ai sogni tricolori. Materazzi quel giorno è in campo e la delusione è così grande che scoppia a piangere davanti alle telecamere. Ma a chiudere definitivamente il cerchio è ancora una partita con la Lazio sempre nel 2007 con l’Inter scudettata da oltre un mese. Materazzi segna il gol decisivo di un rocambolesco 4 a 3 e nell’esultanza con gesti plateali spiega ai laziali che il 5 maggio non lo dimentica. Lo Scudetto del 2007 per Matrix sarà solo il primo di tanti successi con la maglia dell’Inter. E quando Josè Mourinho il 22 maggio lo fece entrare in campo per la passerella finale, due minuti per entrare nella storia, gli ricordò la sua carriera in una frase: “Eri in campo in quella maledetta finale di Coppa del Mondo, e ora entri in campo nella finale di stasera”.
Uno dei più dolci è datato 22 aprile 2007. L’Inter espugna Siena e torna Campione d’Italia dopo 18 anni (escluso il campionato vinto a tavolino l’anno prima) nonostante gli innumerevoli infortuni: mancano Figo, Adriano e Crespo. La giornata ha bisogno di un eroe e questa volta tocca proprio a lui, Marco Materazzi, che con la sua doppietta fa esplodere la festa. D’altronde in quell’anno per Matrix fare gol è un’abitudine. A fine stagione i gol saranno dieci, esattamente come quelli segnati nella stagione 66-67 da un altro grande ex difensore nerazzurro, Giacinto Facchetti.
I grandi giocatori si vedono nei momenti decisivi. Nelle partite che contano ci mettono la faccia. E Marco Materazzi è stato quel tipo di giocatore. Che si tratti di Inter o di Nazionale il suo nome non è mai mancato. Tutto il mondo lo ricorderà per la testata ricevuta da Zidane e il gol decisivo nella finale mondiale del 2006. Per gli interisti invece l’album dei ricordi legati a Matrix è molto più ampio.