El Arquitecto del Futbol

Luis Suarez SCORRI PER LEGGERE STORIA N.58 / 110
Oh ragazzi, siamo qui per batterli, mica per chiedergli un autografo!

Alla classe innata, “Luisito” accompagna vita da atleta e cultura del lavoro, allenandosi anche nei giorni liberi. Il suo segreto starebbe però in una valigetta dal contenuto misterioso: c’è chi dice ci siano dentro salumi e formaggi, integrazioni alla rigida dieta imposta dall’allenatore. In quegli anni, tuttavia, Suárez porta con sè soprattutto il bagaglio di esperienza internazionale che permette all’Inter di trionfare anche in Europa. Prima della finale di Coppa Campioni del 1964 a Vienna, contro il Real Madrid, i suoi compagni guardano timorosi ed estasiati i rivali in blanco e tocca all’”Architetto” trovare le parole giuste per rianimarli. “Oh ragazzi, siamo qui per batterli, mica per chiedergli un autografo”.

Del resto, c’è un motivo se si presenta all’Inter, nel 1961, con l’appellativo di “Architetto del calcio”: arriva dalla Spagna, dove ha vinto e convinto, portandosi a casa persino il Pallone d’Oro del 1960. E un affare d’oro lo fa anche il Barcellona, che lo vende ai nerazzurri per l’esorbitante cifra di 25 milioni di pesetas, oltre 250 milioni di lire dell’epoca. Proprio grazie alla cessione di Suárez, i catalani completano la costruzione del loro stadio. Lui intanto ripaga l’investimento con una superba visione di gioco e due piedi raffinatissimi che disegnano geometrie a ripetizione. Herrera gli affida le chiavi del centrocampo e Suárez pesca i compagni con lanci millimetrici, dispensa assist con il contagiri e spesso si mette in proprio: deliziosi tocchi con cui scansa gli avversari, sinuose finte di corpo e tiri come colpi da biliardo, che si incastonano negli angoli più lontani.

Ogni allenatore ha un suo pupillo e quello di Helenio Herrera è Luis Suárez: figlio di un macellaio galiziano, sarà cuore e cervello delle squadre del “Mago”. Dotato di un’intelligenza calcistica fuori dal comune, “Luisito” è la pedina fondamentale di uno scacchiere perfetto, l’ingranaggio che consente alla macchina di girare a regime.

Luis Suarez

Luis Suárez Miramontes (La Coruña, 2 maggio 1935) arriva all’Inter dal Barcellona nel 1961 per circa 250 milioni di lire. In maglia nerazzurra colleziona 328 presenze, segnando 54 gol e vincendo tre scudetti, due Coppe Campioni e due Coppe Intercontinentali. In carriera ha vestito anche le maglie di Deportivo La Coruña e Sampdoria. Ha allenato l’Inter nella stagione 1974-1975 e ad interim nel 1992 e nel 1995. È l’unico giocatore spagnolo ad aver vinto il pallone d’oro (1960).