È il fratello di mezzo, Luigi, il terzo, un ruolo un po’ scomodo in cui devi imparare a cavartela da solo. E lui se la cava eccome. Soprattutto sul rettangolo verde. I suoi colpi di testa, non solo in campo, sono un ‘must’ degli anni Venti. Come quando alla vigilia di un derby scompare da Milano. La verità si scoprirà due settimane più tardi: Luigi è stato in Inghilterra per un provino con gli inventori del calcio. Forse gli unici ritenuti all’altezza del suo talento. Forse.
E per la cronaca, quella partita, la vince l’Inter 2 a 1, proprio con i gol di Luigi e Carlo. Dei cinque fratelli, ce n’è uno in particolare, Luigi detto “Zizì”, che spicca per genio e sregolatezza. Una testa calda dai piedi buoni e da uno straordinario senso del gol. La grande consapevolezza dei propri mezzi si trasforma spesso in insofferenza verso i compagni, colpevoli, secondo lui, di non riuscire a tenere il passo. E spesso i modi con cui Luigi lo fa capire non sono proprio gentilissimi. Ne sa qualcosa Osvaldo Aliatis che, per un passaggio sbagliato, si becca uno schiaffo davanti a tutti.
È il 26 dicembre del 1920. A Milano è tempo di festeggiamenti, regali, auguri, ma anche di derby. Si gioca U.S. Milanese contro Inter. Guardando lo schieramento dei nerazzurri, gli spettatori credono di avere le allucinazioni, un déjà vu ripetuto per cinque volte. In campo, infatti, ci sono Luigi, Aldo, Mario, Cesare e Carlo Cevenini. Tutti insieme appassionatamente per un derby cittadino in famiglia. Una dinastia di calciatori come lo saranno più tardi i fratelli Sentimenti, ma con un record ancora ineguagliato, quello, cioè, di aver giocato tutti insieme nella stessa squadra durante la stessa partita.