Anche se il ricordo più bello con la maglia dell’Inter resta probabilmente la vittoria della Coppa Uefa nel 1994 in finale contro il Salisburgo. A un anno da quel trionfo, si trasferisce al Borussia Dortmund, forte delle 104 presenze e dei 50 gol in nerazzurro, 22 dei quali alla prima stagione. Quanto basta per vincere la scommessa con il presidente Pellegrini.
Per la tifoseria nerazzurra diventa presto un idolo. Tra le armi più micidiali dell’attaccante ci sono le punizioni. Hanno una traiettoria imprevedibile e quasi sempre imparabile per i portieri per i quali il piede sinistro di Sosa diventa un vero e proprio incubo. Ne sa qualcosa Luca Bucci che in un’Inter Parma della stagione 1993-94 deve raccogliere per tre volte la palla in fondo alla rete. Il portiere viene punito tutte e tre le volte proprio da Sosa che, prima segna con un tap-in di testa e poi sale in cattedra con due punizioni magistrali che battezzano l’incrocio dei pali delle due porte di San Siro per il 3 a 2 finale in favore dei nerazzurri.
L’arrivo di Ruben Sosa all’Inter è praticamente una scommessa. Quella tra il giocatore uruguaiano e il presidente Ernesto Pellegrini. L’attaccante dal sinistro velenoso abbinato ad una grande velocità propone al numero uno nerazzurro di fare la cifra che vuole per il suo ingaggio nel caso segnasse meno di 20 gol in stagione. Una sfida personale, oltre che una scommessa, visto che Ruben aveva scelto il campionato italiano proprio perché è quello dove, secondo lui, è più difficile segnare. Dopo aver vestito la maglia della Lazio, arriva all’Inter nel 1992.