Zenga lo poteva fare senza sembrare fuori posto. Ma continuava a far parlare di sé soprattutto per le gesta in campo: dal 1989 al 1991 venne eletto miglior portiere del mondo per tre volte consecutive, vinse lo Scudetto dei record e giocò da protagonista i Mondiali del ’90. Intanto il lato pop di Walter continuava a venir fuori nei momenti più inaspettati. Come quando nel ’92 venne fatto fuori dalla nazionale di Arrigo Sacchi. I giornalisti gli chiesero di commentare l’esclusione. Lui, ciuffo ribelle e Ray Ban scuri, non rispose ma si limitò a canticchiare gli 883: “Hanno ucciso l’uomo ragno chi sia stato non si sa”. E da allora per tutti fu l’Uomo ragno.
Perché Walter, uno dei portieri più forti della storia nerazzurra, è stato forse il primo calciatore a unire lo sport e il pop. In porta oltre al talento univa istinto e sfrontatezza. Ma sono state proprio queste caratteristiche a fargli esplorare il mondo della televisione e non solo. Zenga icona-pop lo è sempre stato. Come nel 1987 quando incise un disco dal titolo “Il tuo amico Walter Zenga”. Otto tracce, oggi introvabili sul web, di cui rimane solo la copertina: Zenga giovane sorridente con in braccio un bambino in uno studio di registrazione.
La divisa nerazzurra l’ha indossata 473 volte: la prima nel 1982, l’ultima, in lacrime, in una sera di primavera del 1994, la vittoriosa finale di Coppa Uefa. La divisa da postino, invece, l’ha indossata poche volte. Era il 2000 e aveva accettato la proposta di Maria De Filippi a “C’è posta per te”. Il postino su Canale 5 e la maglia che ha fatto la storia del calcio italiano. Due mondi che sembrano agli antipodi, ma non c’è contraddizione se a farli incontrare è Walter Zenga.