Julio Cesar è sempre stato così: un brasiliano allegro fuori dal campo ma così forte tra i pali da sembrare un portiere della scuola europea. Le parate compiute in sette anni di Inter sono centinaia. Ma quella che nessuno si scorda è quella nella partita più epica di quell’Inter: il miracolo con le punta delle dita sul tiro di Messi nel ritorno della semifinale di Champions contro il Barcellona al Camp Nou, senza la quale nessuno conoscerebbe il Triplete. E neanche Josè, forse, sarebbe nella leggenda
È la sera di sabato 17 maggio 2009, l’Inter è appena diventata Campione d’Italia ancora prima di scendere in campo grazie alla sconfitta del Milan a Udine. Il giorno dopo c’è un Inter-Siena ormai ininfluente. Per questo tra i giocatori scoppia la festa e l’impulso di correre in piazza Duomo a scatenarsi insieme a tutto il popolo interista è irrefrenabile. Ma Mourinho è un perfezionista: ci tiene alla partita contro i toscani per il record d’imbattibilità casalinga. Non se ne parla. Qualche brindisi ad Appiano, poi il capo-delegazione che riprova a convincere lo Special One è proprio Julione. “Mister, se non ci fai festeggiare coi nostri tifosi e non vieni con noi, non vincerai mai più niente”. Josè, per una volta nella sua carriera, cede e fa bene: la festa è bellissima, ma non è nulla in confronto a quello che arriverà l’anno dopo. Per inciso, il Siena fu battuto tre a zero.
È solo mezzanotte ma l’euforia è già alle stelle, d’altronde è una di quelle serate in cui non si può non lasciarsi andare. Julio è distrutto ma trova ancora la forza di minacciarlo: “Se non vieni con noi a festeggiare non vincerai più un titolo”. I protagonisti di questa scena sono due simboli dell’Inter più vincente degli ultimi anni: Julio Cesar e José Mourinho.