Il “Mago”, insieme a quell’anima genuina legata a doppio filo con il calcio, vede in Angelillo anche un ragazzo un po’ troppo distratto dalla “dolce vita” e da una vita privata piuttosto chiacchierata. I rotocalchi rosa dell’epoca sono riempiti dalla relazione con la splendida ballerina Ilya Lopez, nome d’arte di Attilia Tironi. Forse le prestazioni in campo sono al di sotto del suo potenziale, ma più probabilmente è una questione di ego: Milano è troppo piccola per ospitare quello dell’attaccante e quello, smisurato, del Mago Herrera. L’attaccante verrà ceduto due anni più tardi alla Roma, ma la sua strada e quella dell’Inter si intrecceranno ancora. Da osservatore nerazzurro in Sud America, infatti, sarà proprio lui a segnalare all’Inter un altro angelo dalla faccia sporca: Javier Zanetti.
Racconta di un ragazzo dall’espressione serena, con “un’ombra di baffi” che prova a tradire la sua età quando, ad appena 20 anni, nel 1957, sbarca a Milano dopo essere passato dal Boca Juniors all’Inter. Racconta della sua grande passione per il calcio, che non ha paura di sporcarsi nel fango. Per tutto il resto, invece, ci pensa il campo. Durante la prima stagione con l’Inter segna 16 gol. Non male, certo. Ma è quella successiva che incide il suo nome a caratteri cubitali nella storia: 33 reti in 34 partite, di cui cinque in una sola gara, contro la malcapitata Spal. Un record che potrebbe essere solo l’inizio di una splendida favola, ma che, in realtà, deve fare i conti con l’arrivo sulla panchina dell’Inter di Helenio Herrera.
C’è un record tinto di nerazzurro che ha attraversato quasi 60 anni di storia del calcio italiano. Insidiato, desiderato, ma mai battuto. Sono i 33 gol in un campionato a 18 squadre di Antonio Valentin Angelillo, “l’angelo dalla faccia sporca”, argentino di nascita, naturalizzato italiano grazie alle origini lucane del nonno. Quel soprannome, coniato dal massaggiatore dell’Albiceleste al termine di un duro allenamento nel fango, racconta molto, anche se non tutto, di chi era Angelillo.