Segna tanto anche con la maglia dell’Italia nonostante la forte concorrenza di attaccanti del calibro di Paolo Rossi e Graziani. Questo non gli impedisce di entrare nel tabellino dei marcatori nella finale mondiale dell’82 contro la Germania. A 27 anni Spillo è sul tetto del mondo. Lascia l’Inter nell’88 per qualche dissidio con Trapattoni, subito prima dello Scudetto dei record ma con un bottino di 209 reti totali. Meglio di lui con la maglia nerazzurra c’è stato solo Meazza.
Papà Spillo, invece, con la maglia dell’Inter ha fatto la storia. Sbarca a Milano nell’estate del 1977 a 21 anni, dopo i primi passi nel professionismo con la maglia di Latina e Brescia. S’impone subito titolare e al primo anno vince la Coppa Italia con un gol in finale. Nel ’79-80 vince lo Scudetto con 15 gol (secondo miglior marcatore del campionato dietro a Bettega), tra cui spicca la tripletta alla Juventus nel Derby d’Italia. Spillo è un attaccante completo che segna in tutte le competizioni, campionato, Coppa Italia o coppe europee per lui non fa differenza: gioca e butta la palla in rete.
Se tuo padre è il secondo miglior marcatore della storia dell’Inter e ha segnato un gol nella partita più importante della storia della Nazionale, la scelta di fare il calciatore è una strada tutta in salita. E infatti la carriera di Mattia Altobelli, figlio del più famoso Alessandro detto “Spillo”, non è stata facile. Con la maglia nerazzurra fa tutta la trafila delle giovanili, vince uno Scudetto Primavera e un torneo di Viareggio. Assapora anche l’atmosfera della prima squadra, esordendo in Coppa Italia contro il Bari nel 2002. Poi la discesa nelle serie minori con qualche apparizione in Serie B e tanta Serie C, prima di scendere ancora nel calcio dilettantistico.