Le strade tra l’Inter e il Vecio non s’incrociarono più; tuttavia i suoi successi in Nazionale furono ottenuti con un grande contributo di giocatori interisti. Al Mondiale dell’82, Bearzot promosse titolare l’allora 18enne Bergomi, e anche Lele Oriali era una pedina fondamentale dell’undici azzurro. Spillo Altobelli, invece, non era titolare. Ma nella notte di Madrid, entrò in campo dopo sette minuti e firmò il gol del 3 a 0 per l’Italia. Forse il gol più bello di quella storica finale.
In pochi sanno però che Bearzot prima di diventare allenatore è stato un ottimo difensore con all’attivo oltre 250 presenze in Serie A. E fu proprio il Patron nerazzurro Carlo Masseroni ad aprirgli le porte del grande calcio: nell’estate del ’48 lo acquistò dalla Pro Gorizia, squadra allora militante in Serie B. Esordì nella massima serie a 21 anni; nell’Inter militò per tre stagioni trovando tuttavia poco spazio (19 presenze totali) prima di trasferirsi al Catania e poi al Torino. Ma la sua storia con i nerazzurri non era ancora finita. Il presidente Angelo Moratti, infatti, lo fece tornare a Milano nell’estate del ’56. A 29 anni, Bearzot ormai era un calciatore maturo e disputò tutto il campionato da titolare che l’Inter chiuse al quinto posto. A fine stagione tornò al Torino con cui giocò altre sette stagioni prima di ritirarsi all’età di 37 anni.
La partita a carte in aereo in coppia con Franco Causio contro il Presidente Pertini e Dino Zoff con di fianco la Coppa del Mondo. È questa l’immagine più famosa di Enzo Bearzot. Perché se pensi al “Vecio” la mente va al trionfo mondiale di Spagna ’82.