Ronaldo stesso contribuì alla realizzazione, dando suggerimenti preziosi: fece infatti spostare leggermente in avanti i due tacchetti più avanzati, in modo da poter avere una presa immediata nei primi appoggi durante lo scatto. Le indicazioni del calciatore erano abbinate alla scientificità dei laboratori Nike, in modo da avere la perfetta simbiosi tra fattore umano e supporto tecnologico. Ronnie la trovò fin da subito perfetta, e calzandola segnò una delle sue reti più celebri, il pallonetto al Milan nel derby del 22 marzo 1998.
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Per un calciatore unico e irripetibile servivano degli strumenti professionali unici e irripetibili. Ronaldo scattava in campo studiando il momento migliore. Quando vedeva la porta, si trasformava completamente: era “Mercurial”, che significa “Mutevole”. Una vera rivoluzione, dal punto di vista dei materiali e delle tecniche di produzione. Una suola più sottile, materiali differenti dalla pelle di canguro fin lì utilizzata dai principali marchi sportivi, una leggerezza mai vista prima e tecnologie avanzatissime per l’epoca, come la speciale vernice che rivestiva la scarpa, la stessa utilizzata nel motociclismo per avere il perfetto “grip”.
Prestazioni incredibili richiedono accorgimenti particolari. A velocità elevate, anche un solo millimetro di aderenza può essere fondamentale nella prestazione. La scarpa da calcio era stata, fino al 1998, un accessorio fondamentale ma quasi intercambiabile tra un calciatore e l’altro. Ma miglior giocatore al mondo aveva bisogno di qualcosa di diverso.