Saremmo stati per sempre in quei sorrisi, tra quelle persone, in quella stanza. Per sempre convinti che chiunque nel mondo benaccetto nel nostro club, convinti di essere unici, di essere rivolti al futuro, impetuosi e vincenti. Convinti che la nostra storia, a partire dalla stesura di quei quarantaquattro nomi, sarà anche domani motivo di orgoglio e di passione e si rinnoverà nei nomi di chi la tramanderà. Oggi come centodieci anni fa, raccontiamo il sogno che ci ha accompagnato fin qui. Il filo che unisce quei volti, ai nostri e a quelli dei nostri bambini, ovunque nel mondo.
Nasceva così sotto il segno dei pesci: geniale, a volte scostante, ma sempre naturalmente incline alla passione, una storia che in 110 anni è riuscita ad andare ben oltre quei quarantaquattro nomi. Ai loro si sono aggiunti quelli dei grandi campioni che, spesso, sono diventati leggenda. Con loro, i cuori di uomini e donne che battevano forte al campo di pallone, poi alla radio, di fronte alla tv e fino ai moderni device tecnologici. Generazioni a confronto, un fil rouge che ha collegato famiglie, nonni e nipoti, amanti, amicizie e poi città, paesi e continenti. Un vero e proprio viaggio che ha avuto un inizio quasi inconsapevole grazie a quel foglio. E ad una promessa.
Pietro, Giorgio, Hugo o Hans, uno qualsiasi tra i quarantaquattro nomi incisi nella storia alle ventitré e trenta del 9 marzo 1908. Inchiostro su carta e luce su pellicola, per la foto da affidare ai posteri di quella che sarebbe stata una notte indimenticabile. Alle spalle del Duomo, dove oggi passeggiano uomini e donne in una Milano più Internazionale che mai, nasceva il Foot-ball Club Internazionale, con la precisa intenzione di distinguersi da chi, fino a quel momento, aveva rappresentato la città nel neonato campionato italiano di calcio. Diversi perché qui anche gli stranieri avrebbero potuto giocare, diversi perché nerazzurri come la notte che allungava la sua ombra dalle vetrine del ristorante “L’Orologio”.